Profili in Persecuzione: Husain Hasan Abdulnabi

Il 10 dicembre del 2017 Husain, un conducente di autobus autonomo di 34 anni, è stato arrestato. Dopo essere stato arbitrariamente detenuto e sottoposto a torture durante un processo ingiusto è stato sentenziato all’ergastolo e privato della propria nazionalità. Attualmente si trova nella Jau Prison.

Alle 2 del mattino del 10 dicembre 2017, gli agenti della National Security Agency, ufficiali in borghese e squadra antisommossa hanno fatto irruzione nella casa di Husain senza presentare un mandato di arresto. L’irruzione è durata fino a mezzogiorno del giorno successivo e gli ufficiali, dopo averlo picchiato, lo hanno arrestato in uno stato di incoscienza.

Husain non è stato ricercato o accusato. La sua famiglia ritiene che sia stato preso di mira con l’obiettivo di estorcergli delle confessioni sul fratello Ridha, fuggito dal Paese e condannato nello stesso processo di Husain, e per la sua relazione con il cugino Salman, il quale è stato condannato a morte; Salman è stato menzionato durante l’interrogatorio di Husain.

Husain è stato portato presso il Criminal Investigations Directorate (CID) dove è rimasto sotto interrogatorio per la durata di 39 giorni. Al suo avvocato è stato negato il permesso di presenziare durante l’interrogatorio. L’11 dicembre, Husain è riuscito a chiamare per alcuni secondi la sua famiglia e ad informarli della sua posizione. Presso il CID ha subito diverse forme di tortura che lo hanno portato alla perdita di coscienza e a vomitare. Secondo quanto riportato, gli ufficiali lo hanno picchiato, folgorato, violentato sessualmente e stuprato. È stato forzato a stare in piedi per un lungo periodo di tempo in una stanza estremamente fredda. È stato anche preso dai genitali e trascinato a terra.

Queste forme di tortura sono durate per tutto l’interrogatorio con il fine ultimo di estorcere una confessione. Husain ha finito per confessare le accuse a lui attribuite.

C’è stato anche un episodio relativo ad un partita tra la squadra di calcio Bahreinita contro la squadra del Kuwait. Quando il Bahrain ha perso, Husain ha sentito gli ufficiali dire che lo avrebbero torturato a causa della perdita. Husain fu sottoposto a uno dei più severi casi di tortura subiti da parte del CID.

In seguito alle torture, Husain ha sofferto un deviazione del setto nasale e dolore alle ginocchia. È stato portato al Qalaa Hospital per essere medicato, ma la cura è stata bruscamente fermata. Husain non ha ricevuto alcun trattamento senza nessun motivo specifico.

Il 17 gennaio 2018, Husain è stato trasferito al New Dry Dock Detention Center. Dieci giorni dopo e per la prima volta dall’inizio degli interrogatori, gli è stato permesso di contattare la sua famiglia.

Il 26 settembre 2018, Husain è stato condannato all’ergastolo e privato della cittadinanza in seguito all’accusa di possesso di armi, fondazione di una cellula terroristica, omicidio e coinvolgimento all’interno del gruppo Saraya al-Ashtar. Husain è stato accusato di omicidio nonostante avesse dichiarato che la pistola era malfunzionante e non c’era stato nessuno sparo. La sua cittadinanza non è stata ripristinata nonostante il Decreto Reale che concedeva l’amnistia. Tale decisione è stata rispettata dalla Corte d’Appello e dalla Corte di Cassazione.

Una volta emessa la sentenza, Husain è stato trasferito al Jau Prison dove permane tuttora.

Husain è stato arrestato senza che gli ufficiali presentassero un mandato di arresto. Gli è stato negato l’accesso ad un consulente legale, il tempo e le strutture necessarie per prepararsi in vista del processo, e non è stato presentato prontamente davanti ad un giudice. Questo rappresenta una violazione degli obblighi che il Bahrain ha ai sensi degli articoli 9 e 14 della Convenzione Internazionale sui diritti Civili e Politici (ICCPR). Inoltre, il maltrattamento e le torture subite con il fine di estorcere una confessione, successivamente usata contro di lui in tribunale, viola l’articolo 7 della Convenzione Contro la Tortura.

American for Democracy & Human Rights in Bahrain chiede al Governo del Bahrain di annullare la condanna a Husain e il ripristino della sua cittadinanza, considerato sia il processo ingiusto che la violazione dei suoi diritti processuali. Qualora le accuse criminali contro di lui permanessero, ADHRB chiede che il nuovo processo sia avviato in linea con gli standard internazionali di un processo equo. Inoltre, ADHRB esorta le autorità bahreinite ad indagare sulle accuse di tortura e maltrattamenti al fine di detenere i responsabili, come specificato dalla Costituzione del Bahrain.