L’Ambasciatore Siberell: “Non è un sostenitore dei diritti umani”

L’ambasciatore statunitense Justin Hicks Siberell è un diplomatico di carriera e un esperto di antiterrorismo che sta concludendo il suo mandato di quasi tre anni a Manama, in Bahrein. Prima della carica di ambasciatore, ha partecipato a diverse missioni diplomatiche in cinque Paesi attraverso tre continenti, lavorando come Coordinatore per l’antiterrorismo presso il Dipartimento di Stato. Lungi dall’essere un incaricato politico, l’Ambasciatore Siberell è un esperto di tali problematiche ed un diplomatico di talento. Ad ogni modo, nonostante possano apparire molto nobili, le sue intenzioni sembrano comunque essere distanti dai bisogni della popolazione bahrenita e d’alleanza tra Stati Uniti e Bahrein. Il solo motivo per cui l’Ambasciatore Siberell è stato scelto per tale posizione è proprio da ritrovare nell’impegno obbligatorio contro il terrorismo nella regione. In ogni caso, l’Ambasciatore ha promesso che farà di più, ma almeno per ora, le sue promesse sembrano essere un buco nell’acqua, esattamente come quelle relative alle riforme politiche in Bahrein. 

Il fallimento dell’Ambasciatore Siberell nell’occuparsi di violazioni di diritti umani in Bahrein è decisamente lampante nelle dichiarazioni pubbliche che il diplomatico rilascia. Siberell celebra rapidamente un nuovo accordo per la vendita di armi, o elargisce facilmente delle condoglianze dopo un attacco terroristico nella regione, ma non si è mai espresso sul problema più grave in Bahrein: i continui abusi che il governo compie ai danni della propria popolazione. L’operato dell’Ambasciatore Siberell dimostra che il diplomatico tende a valorizzare particolarmente i rapporti con la famiglia reale, più che dare risalto ai principi e valori statunitensi nel Regno. Essendo una delle nazioni fondatrici della tradizione democratica moderna, gli Stati Uniti hanno la responsabilità di portare avanti i valori democratici ovunque siano nel mondo e l’Ambasciatore Siberell ha pienamente fallito in questo. 

Durante la sua audizione di conferma, l’Ambasciatore ha riconosciuto che la sicurezza e la morale della politica estera statunitense non si escludono a vicenda. “Rafforzare la nostra cooperazione con il Bahrein sul piano della sicurezza non riduce l’enfasi sulle violazioni di diritti umani. Al contrario, la nostra  strategia di antiterrorismo e la cooperazione militare con il Bahrein sono affiancate dalla chiara comprensione che la stessa stabilità interna del Regno dipende dal ricongiungimento politico e dall’impegno nei confronti dei diritti umani universali”. Tale riconoscimento non è sembrato essere così chiaro come l’Ambasciatore aveva pensato, tanto che gli addestramenti militari congiunti e la vendita di armi sono solo aumentate da quando Siberell ha iniziato il suo mandato. Al contrario, nello stesso periodo i rapporti hanno indicato un incremento del ricorso alla tortura da parte delle autorità bahrenite e le elezioni del 2018 sono terminate senza il minimo ricongiungimento delle forze politiche.  

L’Ambasciatore Siberell ha inoltre dichiarato che “continuerà ad esortare il governo del Bahrein ad impegnarsi per assicurare delle elezioni più inclusive”, una promessa che non si basa su nessuna prova che ne ammetta l’effettivo mantenimento. Durante l’udienza Siberell ha poi concluso, senza mezzi termini, il suo discorso di apertura affermando che “lavorerà per permettere che il dialogo con il Bahrein continui ad essere aperto ed onesto su tutte le problematiche che influiscono sulle relazioni bilaterali, diritti umani inclusi”. A posteriori, tutto ciò si è rivelato essere solo un’ulteriore menzogna dichiarata al Senato statunitense. 

Dopo aver assicurato solidarietà ai difensori dei diritti umani durante la sua conferma per la carica, Siberell ha fatto immediatamente dietrofront, iniziando ad elogiare la famiglia reale e Manama come sua nuova casa, chiamandola “la terra della libertà religiosa”. Questo è esattamente lo stesso luogo dove la maggioranza della popolazione, di credo Sciita, è governata con il pugno di ferro dalla minoranza Sunnita, formata principalmente dalla famiglia reale.  Durante un simposio sui diritti umani tenutosi il mese scorso, il Direttore per la regione MENA di Human Rights Watch, Joe Stork, ha esplicitato che la condizione già grave dei diritti umani nel Regno sta ulteriormente peggiorando.

Ha infatti dichiarato che attualmente le libertà in Bahrein risultano essere ancora più sporadiche di quando aveva iniziato ad occuparsene 25 anni fa. Dall’inizio dell’amministrazione Trump, tutti i restanti membri dell’opposizione politica bahrenita sono stati arrestati arbitrariamente e gli abusi da parte delle forze dell’ordine hanno subito un incremento. Inoltre, negli ultimi tre anni, la vendita di armi al Bahrein ha raggiunto almeno il miliardo di dollari all’anno, una cifra che non si era mai vista prima dell’inizio dei movimenti pro-democratici del 2011.  Intanto l’Ambasciatore Siberell vive comodamente in una delle più grandi città del Medio Oriente, mentre moltissimi cittadini bahreniti innocenti marciscono in prigione per il loro attivismo politico. La famiglia reale sembra apprezzare il suo operato, o meglio, la mancanza di esso. Lo scorso 1 luglio, il re Hamad Al Khalifa ha insignito l’Ambasciatore Siberell del titolo di Primo Ordine del Bahrein per aver migliorato le relazioni tra il Regno e gli Stati Uniti. Secondo Joe Stork, Siberell “non è un sostenitore dei diritti umani”. Quello che rimane da fare è sperare che chi gli succederà a Manama assumerà posizioni più nette contro le innumerevoli violazioni di diritti umani nel Paese.