La Spagna manda le proprie armi ai Paesi del Golfo

La Spagna ha dimostrato di avere forti interessi economici in Medio Oriente, soprattutto in relazione alla vendita di armi ai Paesi del Golfo Persico. Secondo lo  Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), la Spagna è stata il settimo Paese tra gli esportatori di armi nel periodo tra il 2015 e il 2019, tanto che tra i suoi primi clienti possiamo trovare Australia, Singapore e Arabia Saudita. Il comparto militare spagnolo fattura ogni anno circa 6 miliardi di euro e tale cifra è destinata a crescere. Tra il 2014 e il 2018 c’è stato un aumento del 7,8% nelle esportazioni di armi dalla Spagna ed una incremento totale dell’87% dovuto alle esportazioni di armi in Medio Oriente. 

Nonostante ciò la Spagna è firmataria del Trattato delle Nazioni Unite sul commercio di armi e la normativa spagnola sulla vendita di armi impedisce che siano esportate qualora non vi fossero motivi fondati per credere che le armi siano usate al fine di: ostacolino la pace, la sicurezza e la stabilità o  vengano utilizzate in modo da intaccare la dignità umana per scopi di repressione interna o in situazioni di violazione di diritti umani. 

La Spagna esporta licenze e vende armi a quasi tutti i Paesi coinvolti in conflitti armati, il che viola le norme sancite dal diritto internazionale. Tra questi Paesi ci sono: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Egitto, Pakistan, Libia, Turchia e Israele. 

Dal 2015, ovvero da quando ha avuto inizio il conflitto yemenita, è stato stimato che circa 100.000 persone hanno perso la vita in seguito al conflitto e altre milioni di persone sono a rischio a causa della carestia.  Allo stesso tempo, la Spagna ha guadagnato 1,7 miliardi di euro dalle esportazioni di armi dirette ai membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, e si è aggiudicata il quarto e il quinto posto tra i più grandi esportatori di armi all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi. 

 

L’Arabia Saudita e la guerra in Yemen

All’inizio del conflitto in Yemen, nel 2015, le esportazioni all’Arabia Saudita hanno raggiunto i 546 milioni di euro. Questa cifra ha incluso armi di piccolo calibro, munizioni, bombe, siluri, razzi, missili, sistemi antincendio e due aerei di rifornimento in volo che si sono rivelati essenziali nel bombardamento in Yemen. Nonostante le esportazioni siano diminuite lievemente scendendo a 116,2 milioni di euro nel 2016, i materiali di difesa esportati hanno incluso comunque anche proiettili di mortaio, munizioni di artiglieria e munizioni di medio calibro. Secondo quanto riportato dal governo spagnolo, tutte le licenze che riguardavano le munizioni erano accompagnate da certificati che mostravano come il loro uso fosse destinato unicamente nei confini sauditi. Tuttavia, i Servizi per la Ricerca di Armamenti hanno identificato un lanciarazzi C90-CR spagnolo come acquistato dall’Arabia Saudita in territorio yemenita. Nonostante questo incidente, le esportazioni di munizioni dalla Spagna al Regno Saudita sono triplicate nel 2017, passando da 34,7 milioni di euro nel 2016 fino ad arrivare a 90 milioni di euro nel 2017. 

Il seguente grafico raffigura le esportazioni di armi spagnole all’Arabia Saudita. Tutto ciò riflette un incremento nella vendita di esportazioni d’armi dall’inizio del conflitto yemenita e nel 2017 le esportazioni sono aumentate nonostante l’incidente del lanciarazzi C90-CR, acquistato dall’Arabia Saudita e ritrovato nel territorio yemenita nel 2016. 

 

Nel 2018, l’Arabia Saudita ha firmato un accordo con l’azienda di armi Navantia per la vendita di cinque corvette, piccole imbarcazioni belliche. Secondo il Centre Delàs, “c’è un’altra probabilità che le corvette siano usate per portare avanti un  blocco navale”. Il fatto che il governo abbia approvato tale vendita quando ci sono buoni motivi per credere che le corvette siano usate in azioni che portano alla morte di migliaia di civili, rende il governo spagnolo complice di questi crimini. 

Inoltre, nel 2018, la Spagna ha avuto un passaggio di governo da conservatore a socialista. In un simile contesto, in seguito ad una manifestazione internazionale messa in atto per protestare contro l’attacco aereo su uno scuolabus in Yemen,dove hanno perso la vita 40 bambini, il governo spagnolo ha annunciato che avrebbe annullato la vendita di 400 bombe a guida laser all’Arabia Saudita. Nonostante questa misura sia sembrata positiva in un primo momento, il governo spagnolo è tornato sui suoi passi, ammettendo di dover “onorare il contratto”. Amnesty International ha criticato questa decisione, dichiarando che le bombe a guida laser che la Spagna aveva pianificato di vendere all’Arabia Saudita sono state usate nel conflitto yemenita anche in passato.  Le munizioni sono state lanciate contro hotel, ospedali, pozzi d’acqua, edifici residenziali, fabbriche e scuolabus, il che ha portato a molte vittime, ammontando a veri e propri crimini di guerra. Attraverso questa decisione, il governo spagnolo ha fallito nuovamente nell’implementazione della normativa per il commercio di armi, che sanciva il divieto di esportazione di armi che contribuiscono alle violazioni di diritti umani.  

Già, nei primi sei mesi del 2019 la Spagna ha continuato a vendere 23,5 milioni di euro di esportazione di armi all’Arabia Saudita. Tuttavia, il governo non ha ancora pubblicato dati precisi sull’esportazione di armi durante il secondo semestre del 2019 poiché le esportazioni verso l’Arabia Saudita potrebbero essere molto più alte. Il governo non ha fornito nemmeno i dati sulle esportazioni del secondo semestre del 2018.  

Gli Emirati Arabi Uniti e il conflitto in Yemen

Gli Emirati Arabi Uniti e la Spagna hanno una lunga tradizione di relazioni per quanto riguarda l’import-export del comparto militare e ciò è evidente nella fornitura di armi trasferite agli Emirati Arabi nel conflitto yemenita.  Tutto questo è dovuto al fatto che la Spagna continua a rimanere il quinto tra i più grandi  esportatori di armi negli Emirati Arabi. Gli armamenti includono principalmente una cisterna aerea A-330, che è stata venduta nel 2013 dal comparto aereo spagnolo per il prezzo di 730 milioni di euro. Gli Emirati Arabi Uniti possono quindi rifornire il Mirage e gli aerei da combattimento F-16, che sono generalmente usati nel conflitto in Yemen.  Nei primi 6 mesi del 2019, è sono state riportate prove che la Spagna abbia venduto 94 milioni di euro di materiale bellico agli Emirati Arabi, con l’inclusione di munizioni e forniture elettriche che sono state impiegate nei bombardamenti durante il conflitto yemenita.  

Amnesty International ha dichiarato che tra il 2015 e il 2017 il governo spagnolo ha autorizzato 40 license per le esportazioni di armi agli Emirati Arabi Uniti, per un valore di 102,4 milioni di euro, e ha portato avanti esportazioni per il valore di 83,6 milioni di euro. Nel 2018, il governo ha anche autorizzato un’ulteriore percentuale del 10% in materiale bellico, per il valore di 239 milioni di euro.  In totale, gli Emirati Arabi pagano circa 3 milioni di euro per munizioni e 236 milioni di euro per gli aerei militari, incluse le esportazioni per cinque aerei per il trasporto militare (867,623 euro), che sono rientrati nella categoria di veicoli militari delle Forze Armate.  

Il seguente grafico mostra l’evoluzione nella vendita di esportazioni militari spagnole agli Emirati Arabi. Mentre il principale Paese esportatore della Spagna rimane l’Arabia Saudita nel Golfo Persico, gli Emirati Arabi Uniti sono comunque il secondo Paese. 

 

Secondo la coalizione di ONG Control Arms (Amnesty International, Greenpeace, FundiPau e Oxfam Intermón), ci sono forti prove che dimostrano come sia gli Emirati Arabi Uniti che l’Arabia Saudita abbiano acquistato armi utilizzate in decine di attacchi illegittimi nello Yemen. Infatti, ha riferito che “le truppe degli Emirati Arabi Uniti e le milizie sostenute dagli Emirati Arabi Uniti operanti nello Yemen meridionale hanno effettuato sparizioni forzate e torture”. Ciò dimostra che le autorità saudite e degli Emirati  commettono chiare violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario internazionale, e che la Spagna sta in parte facilitando questi viaggi vendendo armi a questi Paesi belligeranti.

Il Bahrein, la primavera araba e la guerra nello Yemen

La Spagna e il Bahrein hanno goduto di un proficuo rapporto commerciale nella vendita di armi. Per molti anni, il Bahrein si è affidato alle vendite di armi del suo partner commerciale e la Spagna ha fornito le licenze appropriate per farlo. Alla Spagna manca però un controllo ufficiale sul modo in cui queste armi vengono effettivamente impiegate, compreso il fatto che siano state utilizzate dal Bahrein per violare i diritti umani. Sebbene non siano state segnalate esportazioni di armi verso il Bahrein dal 2017, negli ultimi due anni il governo spagnolo ha autorizzato ulteriori esportazioni di armi verso il Paese. Nel 2019 le licenze di esportazione dalla Spagna ammontavano a 14.520 euro e nel 2018 a 812.181 euro.

Durante la primavera araba, il Bahrein ha continuato a partecipare a molti accordi di commercio di armi con diversi paesi, tra cui la Spagna. Nel 2011, la Spagna ha venduto al Bahrein 6,3 milioni di euro di armi. Nel 2012, questo importo è salito a 21,1 milioni di euro. Questo riflette il modo in cui la Spagna non solo ha continuato, ma ha aumentato le esportazioni di armi e materiale di difesa verso il Bahrein, dopo che il Paese aveva represso violentemente le proteste pacifiche a favore della democrazia nel 2011. Il governo spagnolo avrebbe dovuto essere consapevole del fatto che queste armi venivano utilizzate contro i manifestanti pacifici che hanno protestato per proteggere i loro diritti umani. La sua decisione di non agire contro l’esportazione delle sue armi rende la Spagna complice della brutale repressione dei manifestanti pacifici da parte delle autorità bahreinite.

Il grafico seguente riflette il già citato aumento delle esportazioni di armi spagnole verso il Bahrein a seguito delle proteste a favore della democrazia del 2011.

 

Per quanto riguarda il coinvolgimento del Bahrein nella guerra dello Yemen e il contributo della Spagna attraverso la vendita di armi, come si può vedere nel grafico, le esportazioni in Bahrein sono diminuite nel 2015, con solo 3,2 milioni di euro di esportazioni in Bahrein nel 2015. Il 2016 ha comportato un aumento delle esportazioni in Bahrein, armi che sono state esportate nella categoria dei veicoli terrestri (19 milioni di euro), compresi 14 mortai integrati in veicoli militari per un valore di quasi 13 milioni di euro. Nel 2017 la Spagna ha venduto più di 361 milioni di euro di armi a Paesi che partecipano attivamente alla coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita coinvolta nella guerra nello Yemen. In particolare in questa vendita, la Spagna ha esportato 270,2 milioni di euro in Arabia Saudita; queste armi sono state poi distribuite a paesi come il Bahrein. Tra questi, un aereo da trasporto, parti di aerei, droni, piattaforme di mortaio, proiettili di mortaio, munizioni di artiglieria, attrezzature di rilevamento e telecamere a infrarossi. Il Bahrein ha ricevuto 33.550 euro di armi per impegnarsi nella guerra nello Yemen.