Yemen:I crimini della guerra dimenticata devono essere ricordati

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina all’inizio di quest’anno, la questione dei crimini di guerra è tornata a essere un tema dibattuto all’interno dei media tradizionali. L’esercito di Putin sta commettendo atti atroci come l’uccisione di civili innocenti, attacchi a istituzioni e infrastrutture civili, e maltrattando i prigionieri di guerra. Questi crimini sono trasmessi a livello globale e giustamente condannati. Abbiamo già assistito a un processo per crimini di guerra con l’imputato condannato all’ergastolo. Tuttavia, c’è un luogo in cui sono stati commessi orribili crimini di guerra e i responsabili non hanno ancora affrontato alcuna conseguenza: lo Yemen. La guerra civile in Yemen è giunta all’ottavo anno e, sebbene al momento ci sia un cessate il fuoco, la guerra ha distrutto il Paese e causato enormi sofferenze al suo popolo. Dall’operazione Decisive Storm, la coalizione del CCG a guida saudita ha commesso atti atroci che potrebbero rientrare  nella definizione di crimini di guerra. Questi abusi hanno fatto sì che in Yemen cadesse nella peggiore crisi umanitaria di sempre. Spesso chiamata “La guerra dimenticata”, la guerra civile yemenita, è stata abbandonata dalla comunità globale e la sua popolazione ne sta pagando il prezzo.

Il contesto della guerra

L’inizio della guerra affonda le sue radici nella famigerata Primavera Araba, quando la popolazione scese in piazza per porre fine ai 33 anni di governo del presidente Ali Abdullah Saleh. I manifestanti furono uccisi dall’esercito e il Paese divenne instabile. Un accordo mediato a livello internazionale portó al potere il vicepresidente Abd Rabbu Mansour Hadi. I ribelli Houthi del Nord, scontenti di questo risultato, reagirono conquistando con la forza la capitale e costringendo Hadi a fuggire a Riyadh, in Arabia Saudita. Nel Marzo del 2015 le tensioni hanno subito un’escalation, tanto che l’Arabia Saudita ha guidato l’intervento del Consiglio di Cooperazione del Golfo nel conflitto tramite un’operazione militare denominata Decisive Storm che ha comportato attacchi aerei di massa sullo Yemen,favorendo del supporto logistico degli Stati Uniti. Da allora gli intensi combattimenti sono continuati, nonostante gli invani sforzi delle Nazioni Unite per mediare la pace.

Nel luglio 2016, il governo Houthi si è alleato con l’ex presidente Saleh per formare un consiglio politico che governasse il territorio dello Yemen da loro conquistato. Tuttavia, nel dicembre 2017, Saleh si è staccato dagli Houthi, chiedendo ai suoi seguaci di attaccarli: è stato ucciso solo due giorni dopo.

Gli Houthi hanno ricevuto supporto logistico dall’Iran, in particolare per quanto riguarda la fornitura di armi. Ciò ha complicato ulteriormente il conflitto, poiché gli Houthi di fede sciita – come l’Iran – combattono contro l’Arabia Saudita, a maggioranza sunnita, segnando una forte divisione tra sunniti e sciiti. La guerra ha causato la peggiore crisi umanitaria mai vista al mondo. Global Conflict Tracker stima che ci siano stati 233.000 morti, molti dei quali a causa della carestia e della mancanza di accesso alle cure mediche. Sono oltre 25 milioni le persone colpite da questa guerra. 

In quella che pareva una mossa promettente, il presidente Joe Biden ha annunciato la fine del sostegno degli Stati Uniti all’Arabia Saudita nel febbraio 2021. Tuttavia, questa decisione non si è ancora concretizzata, poiché gli Stati Uniti continuano a vendergli miliardi di dollari in armi. Sebbene dal 1° aprile 2022 sia in vigore un cessate il fuoco, i negoziati che ne sono seguiti non hanno ancora prodotto risultati degni di nota.

Cosa sono i crimini di guerra?

Prima di parlare dei crimini di guerra in Yemen, è importante sapere esattamente come questi siano definiti nel diritto internazionale. I crimini di guerra sono stati resi banditi con le Convenzioni di Ginevra: quattro trattati e tre protocolli aggiuntivi che delineano gli standard legali internazionali del diritto umanitario in contesti di conflitto. Le Convenzioni di Ginevra del 1949 sono state ratificate da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite (ONU) a seguito della Seconda Guerra Mondiale.

Un crimine di guerra è un atto commesso durante un conflitto armato che viola le leggi umanitarie concepite per garantire la sicurezza dei civili. L’istituzione che può ritenere gli individui responsabili di crimini di guerra è la Corte penale internazionale (CPI) istituita attraverso lo Statuto di Roma, che stabilisce quali azioni sono da ritenere effettivamente crimini di guerra. I crimini di guerra sono indagati attraverso l’interrogatorio di testimoni, l’esame di fotografie e la raccolta di prove forensi. È vero che l’efficacia della CPI è soggetta a diversi limiti: è sempre più difficile dimostrare il coinvolgimento del capo di Stato in un crimine di guerra commesso da un membro dell’esercito, e che la CPI continua a dipendere dalla volontà degli Stati di sottoporre i propri cittadini alla giurisdizione del tribunale. Tuttavia, i crimini di guerra non cadono in prescrizione e chiunque può essere perseguito alla luce di nuove prove schiaccianti o di nuove indagini.

Secondo lo Statuto di Roma, sono considerati crimini di guerra: 

  • L’assasinio intenzionale
  • La tortura o trattamenti inumani, compresi gli esperimenti biologici,
  • Causare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi lesioni al corpo o alla salute delle persone, specialmente dei civili,
  • La distruzione e appropriazione estensiva di proprietà, non giustificata da necessità militari,
  • La costrizione di un prigioniero di guerra o altra persona a servire nelle forze di una potenza ostile,
  • La privazione intenzionale ad un prigioniero di guerra o altra persona  alla sottomissione ad un equo processo,
  • La deportazione o trasferimento illegale o confinamento illegale,
  • La presa di ostaggi.

Questo rappresenta solo un elenco generico, ma  va sottolineato che ciò che costituisce un crimine di guerra può variare a seconda che il conflitto armato sia internazionale o non internazionale. Infatti, i crimini di guerra possono essere suddivisi in crimini di guerra contro persone che richiedono protezione; crimini di guerra contro coloro che forniscono assistenza umanitaria e operazioni di mantenimento della pace; crimini di guerra contro la proprietà e altri diritti; metodi di guerra proibiti e mezzi di guerra proibiti. I crimini di guerra possono essere commessi sia contro i combattenti che contro i civili, così come anche il personale medico e umanitario è considerato un soggetto protetto dal diritto internazionale.

Crimini commessi della coalizione del CCG

È importante notare che tutte le parti coinvolte nel conflitto in Yemen sono colpevoli di violazioni dei diritti umani, ma l’attenzione rimane sui crimini commessi dalla coalizione del CCG a guida Saudita. Il Gruppo di Eminenti Esperti Internazionali e regionali indipendenti sullo Yemen è stato istituito nel 2017 per monitorare e riferire sulla situazione dei diritti umani. Nel 2018 ha pubblicato un ampio rapporto sulle violazioni commesse da tutte le parti coinvolte dal quale è emerso che ci sono state circa 16.706 vittime civili dirette, e che gli attacchi aerei della coalizione sono stati la causa principale per l’elevato numero di vittime. Gli attacchi aerei hanno colpito aree residenziali, funerali, matrimoni e persino strutture mediche. Medici senza frontiere ha dichiarato di aver condiviso con l’Arabia Saudita le posizioni di queste strutture successivamente bombardate per 12 volte nonostante le ambulanze fossero state chiaramente segnalate. È stato riferito, inoltre, che la coalizione non ha consultato la lista di non attacco contenente oltre 30.000 siti, causando intenzionalmente migliaia di vittime civili. Gli obiettivi sono rimasti invariati anche dopo che la coalizione è venuta a conoscenza delle sofferenze dei civili,  e perdipiù le autorità saudite si sono sempre rifiutate di rendere noti il loro processo di targeting. 

Uno dei casi più famosi si è verificato nel 2018, quando un attacco aereo della coalizione ha colpito uno scuolabus, uccidendo quaranta bambini, commettendo così, secondo Human Rights Watch, un crimine di guerra.

Un altro atto illegale commesso dalla coalizione a guida saudita è l’ostruzione deliberata dell’accesso ai soccorsi umanitari. Il diritto internazionale stabilisce,infatti, che le parti in guerra devono consentire un passaggio sicuro e rapido agli aiuti umanitari per raggiungere i civili in difficoltà. Ci sono stati numerosi rapporti che descrivono come la coalizione neghi sistematicamente il passaggio di imbarcazioni contenenti cibo e medicine per ragioni arbitrarie, costringendo i civili ad un alto rischio di carestia. È stato anche riferito che la coalizione è colpevole di diverse detenzioni arbitrarie. Le persone imprigionate non sono state informate dell’accusa, è stato loro negato l’accesso agli avvocati e talvolta sono state soggette a lunghi periodi di sparizione forzata. Durante la detenzione, i prigionieri sono stati sottoposti a maltrattamenti, elettroshock, annegamento e isolamento. Gli Emirati Arabi Uniti sono stati ritenuti colpevoli di molteplici violazioni nei loro centri di prigionia: i detenuti hanno riferito che il personale di sicurezza li ha abusati sessualmente e aggrediti ripetutamente. Le Forze della Cintura di Sicurezza sono state giudicate colpevoli di diffuse violenze sessuali, limitate non solo ai detenuti ma anche alle donne e ai bambini rifugiati.

Sono state segnalate anche violazioni del diritto alla libertà di espressione, poiché coloro che hanno insultato la coalizione sono stati arrestati. Il rapporto delle Nazioni Unite afferma che “poiché la maggior parte di queste violazioni sembra essere legata al conflitto, esse possono costituire i seguenti crimini di guerra: stupro, trattamenti degradanti e crudeli, tortura e oltraggio alla dignità personale”. Il rapporto afferma inoltre che il Joint Incidents Assessment Team, il gruppo istituito dalla coalizione del CCG per indagare sulle denunce di abusi da parte delle forze armate, è una copertura per impedire un’indagine indipendente della situazione sul campo. Si sostiene che i suoi risultati sono stati alterati dal Ministero degli Affari Esteri dell’Arabia Saudita per adattarli alla propria narrativa. Questo rapporto dimostra chiaramente che la coalizione a guida saudita ha commesso crimini di guerra di massa, con conseguenze devastanti per la popolazione dello Yemen.

Purtroppo, il Gruppo di Eminenti Esperti Internazionali e Regionali Indipendenti sullo Yemen ha cessato di esistere a causa del voto contrario, nell’ottobre 2021, dei membri del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite alla decisione di estendere il mandato per altri due anni. Tra i Paesi contrari figurano Bahrein, Russia e Cina. Questa decisione ha sconvolto l’Occidente e i vari gruppi per i diritti umani, in quanto è oggi assente in Yemen ogni tipo di meccanismo e strumento di responsabilità. Reuters ha riferito che due mesi dopo la decisione sessanta gruppi per i diritti umani, tra cui Human Rights Watch e Amnesty International, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui esortano le Nazioni Unite a istituire una nuova squadra investigativa per continuare il monitoraggio nel paese e chiedono di rendere conto delle violazioni in corso. Agnes Callamard, segretario generale di Amnesty, ha dichiarato: “Per troppo tempo le parti in conflitto nello Yemen, tra cui l’Arabia Saudita e le forze Houthi, hanno commesso atrocità impunemente“. Ha poi accusato l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti di bullismo e corruzione in merito alla decisione di sciogliere il gruppo investigativo.

Il futuro dello Yemen

Attualmente, la guerra in Yemen, grazie alla mediazione tra le parti delle Nazioni Unite, sta vivendo un periodo di cessate il fuoco cominciato nel mese sacro del Ramadan nel 2022 che si spera possa portare ad un processo politico pacifico. Le condizioni del cessate il fuoco prevedono l’accesso allo Yemen di 18 navi per il rifornimento di carburante e di due voli commerciali a settimana. Sono stati compiuti anche sforzi per aprire le strade e garantire il passaggio sicuro dei civili, offrendo una tregua molto necessaria dalle violenze caotiche che hanno caratterizzato il Paese in precedenza. 

Se da un lato c’è la speranza di porre fine a questa guerra per la prima volta in sette anni, dall’altro non possiamo dimenticare i danni già inflitti. Migliaia di civili innocenti hanno perso la vita e altri milioni sono stati sfollati, privati di un’abitazione e affamati. Come già detto, i crimini di guerra non cadono in prescrizione e spesso il processo inizia dopo la guerra. È indispensabile quindi che l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti siano chiamati a rispondere delle atrocità commesse. Dal rapporto del Gruppo di Eminenti Esperti Internazionali e Regionali Indipendenti sullo Yemen emerge chiaramente che l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno ucciso civili innocenti, preso di mira infrastrutture non militari, tra cui strutture mediche, bloccato i soccorsi umanitari e maltrattato gravemente i detenuti. 

È ancora più chiaro che, utilizzando i propri alleati per impedire a questo gruppo di monitorare in modo indipendente le violazioni dei diritti umani nello Yemen, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti non hanno intenzione di affrontare le conseguenze delle loro azioni. Secondo lo Statuto di Roma, questi atti sono crimini di guerra e gli artefici possono e devono essere perseguiti dalla Corte Penale Internazionale. La comunità internazionale è in dovere verso il popolo Yemenita. Lo Yemen è stato a lungo la “guerra dimenticata”, ma questi crimini non possono essere né perdonati né dimenticati.

Fonti

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