Le procedure speciali delle Nazioni Unite pubblicano una lettera di denuncia contro il Kuwait con riferimento alle molestie online nei confronti dell’attivista dott.ssa Ebtehal Al-Khateeb

Il 5 luglio 2019, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani e il Relatore Speciale sui problemi delle minoranze hanno pubblicato una lettera di denuncia contro il Governo del Kuwait a nome della Dott.ssa Ebtehal Al-Khateeb, che starebbe presumibilmente subendo maltrattamenti per aver espresso il suo sostegno alla causa dei diritti della minoranza Bedoon in Kuwait. 

La Dott.ssa Al-Khateeb è una paladina dei diritti umani e una accademica che lavora nel Dipartimento di Lingua Inglese dell’Università del Kuwait, e si è battuta per i diritti dei Bedoon per vari anni. Nonostante i membri della minoranza Bedoon abbiano vissuto in Kuwait per generazioni, il governo del Kuwait continua a negare loro la cittadinanza, rendendoli di fatto apolidi. In conseguenza del loro stato di apolidi, il popolo Bedoon non ha accesso a servizi social basici, inclusi educazione, abitazione, sanità, e risorse per evitare di vivere in una situazione di relativa povertà. Inoltre, i Bedoon sono oggetto di discriminazione nelle pratiche di assunzione e sul mercato del lavoro. 

Nel 2012, la Dott.ssa Al-Khateeb ha fondato “Group 29”, un’organizzazione basata sull’Articolo 29 della Costituzione del Kuwait, dove viene affermato che “tutte le persone sono uguali nella dignità umana e nei diritti e doveri pubblici di fronte alla legge, senza distinzione di razza, origine, lingua, o religione”. Il gruppo si dedica alla lotta per l’uguaglianza e la non-discriminazione di tutti i popoli, in particolare della comunità Bedoon. 

Già premiata in passato per il suo attivismo a favore della comunità Bedoon, la Dott.ssa Al-Khateeb è stata invitata ad intervenire ad un evento parallelo organizzato dal Centro del Golfo per i Diritti Umani il 21 settembre 2017 nel corso della 36esima sessione del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU. Rivolgendosi al pubblico in collegamento video, ha descritto la persecuzione e i maltrattamenti subiti dai Bedoon nel Kuwait.

Più di recente, il 10 aprile 2019, la Dott.ssa Al-Khateeb ha tenuto un discorso al simposio “Luci sulla questione Bedoon”, organizzato dal Forum Democratico del Kuwait, dove ha sottolineato le costanti violazioni perpetrate a scapito della comunità Bedoon e ha chiesto che i loro diritti umani, civili e politici siano rispettati. In risposta, il presidente del “Group 80”, un’organizzazione fondata con lo scopo di opporre tutti eventuali emendamenti alla legge sulla cittadinanza che garantirebbero la cittadinanza ai membri della comunità Bedoon, ha attaccato verbalmente la Dott.ssa su Twitter, definendo il suo discorso “un vergognoso interrogatorio del Kuwait e del suo Emiro”. Al tweet ha seguito un’intensa campagna di diversi profili twitter che si sono uniti all’attacco contro la Dott.ssa Al-Khateeb e hanno pubblicato informazioni personali su di lei e la sua famiglia. Tattiche simili sono state utilizzate anche contro altri attivisti per i diritti della comunità Bedoon in Kuwait. 

Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite ha espresso seria preoccupazione per le accuse di attacco online a seguito del legittimo e pacifico impegno della Dott.ssa Al-Khateeb nella campagna per i diritti umani del popolo Bedoon in Kuwait. Questi attacchi di rappresaglia al suo lavoro violano i suoi diritti alla libertà di opinione ed espressione. Come richiesto dal Consiglio per i Diritti Umani, i Relatori Speciali delle Nazioni Unite invitano il governo del Kuwait a fornire informazioni sul numero dei membri della comunità Bedoon a cui viene negata la cittadinanza del Kuwait, nonché dettagli sulla legislazione nazionale di rilievo alla protezione delle vittime di maltrattamenti online e sulle misure prese per assicurarsi che gli attivisti in Kuwait siano in grado di continuare il loro legittimo e pacifico lavoro. 

Il Kuwait ha risposto alla lettera di denuncia, e la sua risposta è in corso di traduzione. 

 

Alisha Parikh is an Advocacy Intern at ADHRB