I sopravvissuti alle tortura devono affrontare un’esecuzione immediata dopo che la Corte suprema del Bahrein ha stabilito le condanne a morte contro due, ripristinando la cittadinanza di uno di loro

Questa mattina, la Corte di Cassazione del Bahrein, la più alta Corte d’Appello del paese, ha confermato la condanna a morte di Zuhair Ibrahim Jasim Abdullah, un ex ristoratore quarantenne arrestato nel novembre 2017 con il sospetto di aver compiuto un attacco terroristico che ha ucciso un agente di polizia. Anche la condanna a morte di un altro individuo, Hussein Abdullah Khalil Rashid, è stata confermata questa mattina e dopo aver esaurito ogni rimedio legale, entrambi gli uomini devono ora affrontare l’imminente esecuzione. Entrambi gli uomini dichiarano di essere stati costretti a firmare confessioni sotto tortura.

Zuhair, padre di cinque figli, è stato tenuto in isolamento per 55 giorni dal suo arresto. Durante la sua permanenza in isolamento, è stato interrogato senza la presenza di un avvocato presso il CID e la Royal Academy of Policing. In una conversazione telefonica dell’ottobre dell’anno scorso, Zuhair ha dichiarato a BIRD che durante questo periodo ha subito una serie di abusi, tra cui percosse, scosse elettriche, aggressioni sessuali e tentativi di stupro. Inoltre gli agenti hanno anche minacciato di uccidere i suoi figli e di violentare sua moglie, che è stata picchiata e minacciata a colpi di pistola dagli agenti di sicurezza all’interno della loro dimora. Dopo 13 giorni di continue torture, Zuhair è stato costretto a confessare il falso.

Il 29 novembre 2018, Zuhair è stato condannato a morte e privato della cittadinanza in un processo  ingiusto che viola i requisiti di un equo processo. L’avvocato di Zuhair sostiene che non sono state presentate prove fisiche che lo colleghino ai presunti reati, mentre il presidente del tribunale ha rifiutato di emettere un’ordinanza che consentisse a due organi di controllo finanziati dal Regno Unito, l’Unità Speciale di Investigazioni (SIU) e l’Ombudsman del Ministero dell’Interno, di divulgare i risultati delle loro indagini sulle accuse di tortura di Zuhair. La cittadinanza di Zuhair è stata ripristinata con il verdetto odierno.

Sayed Ahmed Alwadaei, Direttore dell’Advocacy di BIRD, ha dichiarato: “La decisione odierna di confermare la condanna a morte di Zuhair Ibrahim è un’assoluta farsa della giustizia, basata su confessioni ottenute attraverso alcune delle torture più vili che io abbia mai documentato. E’ anche molto preoccupante che ancora una volta le istituzioni sostenute dal Regno Unito abbiano svolto un ruolo centrale nel coprire la tortura, evidenziando ulteriormente la necessità di una revisione indipendente concernente il sostegno del governo britannico alla dittatura del Bahrain. Cinque bambini saranno privati del padre se questa esecuzione dovesse procedere e spero che la comunità internazionale si unisca nel condannare questa ingiusta decisione”.

Il ruolo del Regno Unito e il fallimento delle indagini sulla tortura

Il caso Zuhair ha suscitato preoccupazione a causa del coinvolgimento di diverse istituzioni bahreinite e la loro stretta relazione con il Regno Unito. L’Università di Huddersfield gode di un sospetto contratto multimilionario di formazione con la Royal Academy of Policing del Bahrein, un noto “centro di tortura” dove Zuhair ha subito abusi.

Analogamente, anche la SIU ha ricevuto importanti finanziamenti dal Regno Unito. Le richieste di libertà d’informazione inviate dal BIRD hanno rivelato che la SIU ha ricevuto almeno 12.600 sterline di formazione dal College of Policing (CoP) del Regno Unito dal 2018, comprese le visite, nel dicembre 2019, di esperti alla SIU in Bahrain per condurre seminari sugli “aspetti pratici delle indagini sulle accuse di maltrattamenti”.

Questi organismi sono stati ampiamente criticati per la loro vicinanza al governo, e il Dipartimento di Stato americano li ha definiti organizzazioni “quasi-governative”. Commentando il caso di Zuhair nel dicembre 2018, tre esperti dell’Onu hanno avvertito il Bahrein che eseguire esecuzioni senza indagare adeguatamente sulle accuse di tortura “costituirebbe un omicidio arbitrario” e hanno sollecitato un’indagine rapida e imparziale, in conformità con gli articoli 7 e 12 della Convenzione contro la tortura. Tuttavia, quando è stato contestato, il governo del Bahrein ha dichiarato che la SIU ha ora chiuso le indagini.

Husain Abdulla, direttore esecutivo di American for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB), ha affermato : “Dopo il verdetto di oggi, ora ci sono una decina di persone imputate per accuse politiche a rischio di esecuzione imminente in Bahrain, le cui vite possono essere stroncate con la sola firma del Re. La pena di morte mina fondamentalmente il diritto alla vita e gli alleati del Bahrein devono sostenere l’appello delle Nazioni Unite affinché il governo adotti nuovamente la moratoria sulla pena di morte abbandonata nel 2017”.

Negli ultimi anni, Il BIRD ha registrato un drammatico aumento delle condanne a morte e delle esecuzioni in Bahrain con sei persone giustiziate da quando una moratoria sulla pena di morte è stata abbandonata nel 2017. Attualmente, ci sono 26 persone nel braccio della morte in Bahrain; 12, di cui 10 sono a rischio di esecuzione imminente avendo esaurito tutti i rimedi legali, sono condannate per accuse politiche. Il mese scorso il Bahrain ha concesso la grazia a un assassino filippino condannato, una mossa accolta con favore dal leader autoritario del Paese, Rodrigo Duterte.