Formula 1 e diritti umani in Bahrein


 

Domenica 28 marzo, comincerà il campionato di Formula 1 che vedrà il suo inizio con il Gran Premio del Bahrein, e terminerà il 12 dicembre con il Gran Premio degli Emirati Arabi. Il fatto che il Bahrein ospiti un evento così importante e con un grandissimo seguito internazionale è parte di un fenomeno ormai assodato da tempo nei Paesi del Golfo Persico, ovvero lo “Sport Whitewashing”, una tecnica secondo la quale gli Stati con una scarsa reputazione internazionale in materia di diritti umani ricostruiscono un’immagine idealizzata di sé associandosi a diversi eventi sportivi o competizioni di importanza internazionale.

Nel 2002, infatti, il principe Salman bin Hamad Al-Khalifa, presidente onorario della Bahrain Motor Federation, volle costruire un circuito nazionale per il Bahrein, il circuito Sakhir di Manama, per ospitare il Gran Premio di Formula 1 dal 2004, quando ci fu la prima competizione automobilistica nel Paese. Da allora, il Bahrein ha ospitato ogni anno il campionato di Formula 1, con l’eccezione del 2011, quando le manifestazioni contro l’assenza di democrazia spinsero il governo ad annunciare la cancellazione dell’evento.

Dal 2012 ad oggi, il Gran Premio del Bahrein ha continuato a svolgersi indisturbato, mentre la situazione dei diritti umani nel Paese è in continuo deterioramento. Nel 2011, l’attivista Najah Yusuf è stata arrestata per aver criticato su Facebook il modo in cui la famiglia reale si serve del campionato per occultare le violenze perpetrate dalle istituzioni nei confronti degli attivisti e dei dissidenti politici. Najah Yusuf ha passato tre anni in prigione, nel corso dei quali ha subito abusi ed episodi di tortura e stupro. Nello stesso anno, è stato arrestato anche l’oppositore politico e fondatore del movimento Haq Hasan Mushaima, che ancora oggi si trova in carcere, dove è soggetto ad abusi e dove gli vengono negate le cure mediche, nonostante il cancro e l’età avanzata. Oltre agli arresti arbitrari e le torture, il governo  reprime ogni tipo di opposizione politica, fenomeno testimoniato anche dallo scioglimento forzato di Al-Wefaq, il più importante partito d’opposizione, nel 2016.

Questa situazione ha spinto anche Lewis Hamilton, tra i più grandi piloti di tutti i tempi e il maggior detentore di vittorie nella storia della Formula 1, a schierarsi contro gli abusi dei diritti umani in Bahrein, nel dicembre dell’anno scorso. Lo sport whitewashing messo in atto dal Bahrein non deve distrarre la comunità internazionale dalle continue violenze perpetrate dal regime, ed è ora che anche il resto del mondo ascolti le richieste del popolo bahreinita.