Cattedra finanziata e intitolata al Re del Bahrain, lettera alla rettrice de ‘La Sapienza’

ADHRB, BIRD, ECDHR e Amnesty International Italia si appellano alla Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, chiedendo la sospensione della cattedra finanziata e intitolata al Re del Bahrain.

Il testo integrale della lettera: 

Il 5 novembre 2018, la Sapienza ha inaugurato la cattedra ‘King Hamad Chair for inter-religious dialogue and peaceful co-existence’, un’iniziativa, come si legge sul sito ufficiale della Sapienza, “atta a promuovere una maggiore comprensione delle relazioni tra culture e religioni diverse tra le generazioni più giovani, ponendosi come antidoto all’estremismo e alla radicalizzazione.” Dalla sua istituzione, il regime bahreinita si è spesso appellato a questa cattedra per proiettare sullo scenario internazionale l’immagine di un Bahrein tollerante verso altri credi e culture. Il 5 febbraio 2021, in occasione della Giornata Internazionale della Fraternità Umana, Jamal Faris Al-Ruwaie, il rappresentante permanente del Regno del Bahrein presso le Nazioni Unite a New York, ha citato la cattedra tra le iniziative intraprese per promuovere una cultura di pace e fratellanza. Il 14 maggio 2020, giornata che il King Hamad ha dedicato alle preghiere per l’umanità per porre fine alla pandemia del COVID-19, la cattedra è stata menzionata come esempio di iniziativa che riflette i valori della tolleranza umana e della solidarietà del Bahrain.

Queste iniziative, però, stridono con il trattamento riservato da parte della famiglia reale in Bahrein, di confessione musulmana sunnita, ai membri della comunità sciita del Paese, che rappresentano il 70% dell’intera popolazione bahreinita. Inoltre, in seguito ai movimenti filo democratici del 2011, la repressione religiosa si è intensificata, portando alla distruzione di luoghi di culto e moschee sciite, alla cancellazione forzata di eventi religiosi, come il Muharram e l’Ashura, e alla presa di mira di sacerdoti e figure religiose prominenti per la popolazione sciita. Nel settembre 2018, più di quattordici oratori e sacerdoti sciiti sono stati prima importunati e, in seguito, arrestati per le idee espresse nei sermoni che avevano tenuto durante il Muharram. La discriminazione religiosa, inoltre, si manifesta anche all’interno delle prigioni, dove i detenuti sciiti, spesso attivisti per i diritti umani, sono costantemente presi di mira a causa del loro credo. Per questo, l’8 agosto 2020 l’attivista per i diritti umani Naji Fateel ha rilasciato una registrazione dalla prigione, nella quale dichiarava che lui e altri 500 prigionieri politici dagli edifici 13 e 14 della prigione Jau avrebbero cominciato uno sciopero della fame il giorno seguente, per protestare contro il divieto imposto dall’amministrazione carceraria di svolgere riti religiosi. Il 10 agosto, Fateel e altri detenuti sono stati trasferiti nell’edificio 15, come forma di punizione per aver cercato di mobilitare anche gli altri detenuti.

Molte organizzazioni, governative e non, tra le quali il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e Amnesty International hanno denunciato presso la comunità internazionale le pratiche discriminatorie e repressive del governo bahreinita. Oltre alle sistematiche aggressioni, indagini infondate e arresti arbitrari, un altro modus operandi usato dal governo per opprimere la popolazione bahreinita sciita è quello di attaccare i partecipanti alle cerimonie religiose sciite, come ad esempio durante l’Ashura. Nel 2019, infatti, è stato riportato che le forze di sicurezza avevano attaccato diverse aree sciite, tra le quali Bilad Al Qadeem, Nabih Saleh, e Muharraq. Questi attacchi erano inoltre simili a quelli avvenuti gli anni precedenti nei villaggi di Isa Town, Sitra, Bani Jamra, e Sanabis.

Anche gli studenti sciiti subiscono innumerevoli discriminazioni, nelle scuole di ogni livello di istruzione. Il governo del Bahrein consente ad un’unica scuola sciita, la Jaafari Institute, di operare legalmente all’interno del paese, nonostante nel Regno ci siano più di centomila cittadini sciiti. È evidente, pertanto, che il governo ha creato un sistema in cui solo una piccola parte dei bambini e adolescenti sciiti può accedere a un’istruzione specifica per gli appartenenti alla loro comunità. Il Ministero dell’Istruzione mostra un pregiudizio nei loro confronti nella selezione di coloro che possono usufruire delle borse di studio, in quanto il processo di selezione, si basa fondamentalmente su colloqui che includono domande riguardanti le loro credenze religiose. Come Lei stessa ha ribadito durante la cerimonia di inaugurazione dello scorso anno  accademico, il diritto a un’educazione accessibile estremamente importante. Per questo, siamo convinti che Lei tenga a garantire che le iniziative dall’Università che Lei dirige non vengano strumentalizzate per coprire le violazioni dei diritti umani in altre parti del mondo. In particolare,  l’iniziativa di creare una cattedra per il dialogo interreligioso è antitetica alla condotta che il governo e la famiglia reale in Bahrein riservano nei confronti dei propri cittadini e in particolare della comunità sciita.

Amnesty Italia, Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain (ADHRB),  il European Centre for Democracy and Human Rights (ECDHR), e il Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD) riconoscono che questa collaborazione fu istituita dal precedente Rettore, e che Lei non ha alcuna responsabilità in merito. Confidiamo pertanto nella Sua disponibilità ad ascoltare le nostre istanze, in quanto, in occasione della Sua candidatura come Rettrice, Lei ha più volte ribadito l’importanza di valori quali la trasparenza e la non discriminazione. Di fronte a questo scenario e al coinvolgimento dell’Università di Roma La Sapienza, Le chiediamo un maggiore impegno nella promozione dei valori fondanti dell’università, quali la libertà di pensiero e di ricerca per garantire il pluralismo delle culture e delle idee, attraverso la cessazione del partenariato tra l’Università della Sapienza e il Regno del Bahrein, con particolare riferimento all’accettazione di capitali  per la promozione della cattedra ‘King Hamad Chair for inter-religious dialogue and peaceful co-existence’.

Alla luce di quanto riportato nella presente, vorremmo che, Lei Magnifica Rettrice, sospendesse il coinvolgimento della Sapienza nei rapporti con il Bahrein. Sebbene la cattedra per il dialogo interreligioso e la coesistenza pacifica di più confessioni è di per sé lodevole, non possono essere associate ad un regime come il Bahrein.

La ringraziamo per la Sua attenzione e speriamo vivamente che prenda in considerazione quanto presentato in questa lettera.

Cordialmente,

Amnesty Italia, Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain (ADHRB), the European Centre for Democracy and Human Rights (ECDHR), the Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD).