In occasione del decimo anniversario dalla fondazione dell’ACPRA, le ONG si appellano unitamente alle autorità saudite per rilasciare i membri detenuti

Il 12 ottobre 2019, che segna il decimo anniversario della fondazione dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici (ACPRA), le organizzazioni firmatarie chiedono alle autorità saudite di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i membri ACPRA detenuti.

Creata nel 2009 da 11 difensori dei diritti umani e accademici, l’ACPRA è stata istituita per promuovere e proteggere i diritti e le libertà fondamentali in Arabia Saudita. Sebbene l’ACPRA non sia mai stata legalmente riconosciuta dal governo, nel 2013 è stata formalmente vietata come organizzazione. A partire dal maggio 2016, tutti i suoi 11 membri sono stati perseguiti e sottoposti ad un severo trattamento da parte delle autorità saudite per il loro attivismo in materia di diritti umani e la cooperazione con i meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani. Tuttavia, l’Arabia Saudita è stata membro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per un totale di 12 anni.

 Nell’ambito della sua missione, l’ACPRA ha sostenuto pacificamente una monarchia costituzionale, un parlamento universalmente eletto, una magistratura indipendente e la protezione del diritto ad un processo equo in Arabia Saudita. L’ACPRA ha documentato casi di violazioni dei diritti umani e li ha comunicati alle Procedure Speciali dell’ONU. Inoltre, alcuni membri dell’ACPRA sono stati menzionati nel rapporto annuale del Segretario generale dell’ONU sulla cooperazione con le Nazioni Unite, i suoi rappresentanti e i meccanismi nel campo dei diritti umani.

Gli 11 membri cofondatori dell’ACPRA sono: Essa Al-Hamid (condannato ad 11 anni di prigione, seguito da un divieto di viaggio di 11 anni); il dottor Abdulrahman Al-Hamid (condannato a 9 anni di prigione, seguito da un divieto di viaggio di 9 anni); il dottor Abdullah Al-Hamid (condannato a 11 anni di prigione e a 11 anni di divieto di viaggio); il dottor Abdulkarim Al-Khoder (condannato a 10 anni di prigione, seguito da un divieto di viaggio di 10 anni); Omar Al-Said (condannato a 7 anni di carcere e 10 anni di divieto di viaggio); Mohammed Al-Bajadi (condannato a 4 anni di carcere, 4 anni di sospensione e 10 anni di divieto di viaggio, e attualmente detenuto dal maggio 2018 nell’ambito di una repressione dei difensori dei diritti delle donne); Lo sceicco Sulaiman Al-Rashudi (condannato a 15 anni di prigione e 15 anni di divieto di viaggio); il dottor Mohammad Al-Qahtani (condannato a 10 anni di prigione e 10 anni di divieto di viaggio); Saleh Al-Ashwan (condannato a 5 anni di prigione e 5 anni di divieto di viaggio); Fowzan Al-Harbi (condannato a 10 anni di prigione e 10 anni di divieto di viaggio); e Abdulaziz Al-Shubaili (condannato a 8 anni di prigione e 8 anni di divieto di viaggio e social media).

I membri dell’ACPRA perseguiti sono stati condannati a lunghe pene detentive che vanno dai 5 ai 15 anni dal Tribunale penale specializzato (SCC), istituito nel 2008 per processare atti di terrorismo, ma che è stato invece utilizzato per perseguire i difensori dei diritti umani e altri attivisti pacifici. Questi membri ACPRA hanno tutti dovuto affrontare accuse vagamente definite come “insulto alla magistratura”, “richiesta di venir meno alla fedeltà per il sovrano”, “accusa alla magistratura di non essere in grado di fare giustizia”, ” comunicazione con le organizzazioni internazionali volte a danneggiare l’immagine dello Stato” e “formazione o adesione ad un’organizzazione illegale”, come rappresaglia per aver pacificamente sostenuto la riforma costituzionale e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali in Arabia Saudita.

Le sottoscritte organizzazioni per i diritti umani esortano le autorità del Regno dell’Arabia Saudita a:

Rilasciare immediatamente ed incondizionatamente tutti i difensori dei diritti umani senza accuse o riserve;

Consentire all’ACPRA e ad altre ONG di continuare a svolgere il loro lavoro di sostegno alle famiglie dei detenuti e di promozione dei diritti umani nel loro Paese;

consentire all’ACPRA di registrarsi, per consentire ai suoi membri di continuare le loro attività pacifiche e legittime in difesa dei diritti umani; e garantire in ogni circostanza, che tutti i difensori dei diritti umani in Arabia Saudita siano in grado di svolgere le loro legittime attività in materia di diritti umani senza timore di rappresaglie e senza restrizioni.

Firmatari:

ACAT-Francia

Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB)

Amnesty International

ALQST

Article 19

CIVICUS

FIDH, under the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders

Front Line Defenders

Gulf Centre for Human Rights (GCHR)

Human Rights Watch

International Service for Human Rights (ISHR)

MENA Rights Group

Right Livelihood Foundation (Abdullah Al Hamid and Mohammad Al Qahtani are among the 2018 Right Livelihood Award Laureates)

World Organisation Against Torture (OMCT), under the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders