53 membri del Parlamento Europeo hanno esortato il Re del Bahrein a commutare o perdonare 12 uomini nel braccio della morte

23 luglio 2020 – 53 deputati al Parlamento Europeo (eurodeputati) hanno scritto oggi al Re Hamad bin Isa al-Khalifa del Bahrein, invitandolo a commutare le condanne a morte pronunciate contro Maher Abbas al-Khabbaz, Salman Isa Ali Salman, Hussein Abdullah Khalil Ebrahim, Mohammad Radhi Radhi Abdulla Hassan, Sayed Ahmed Fuad Abbas Isa Ahmed Al-Abar, Ali Mahdi Jasim Mohamed, Hussein Ebrahim Ali Hussein Marzooq, Moosa Abdallah Moosa Jafaar, Mohamed Ramadan e Hussein Ali Moosa, Hussain Abdullah Marhoon Rashid, Zuhair Ebrahim Jasim Abdullah.

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La lettera è incentrata sulla decisione della Corte di Cassazione del 13 luglio 2020 che ha confermato la condanna a morte per Mohammed Ramadhan e Hussain Moosa. Le forze di sicurezza hanno arrestato Moosa, 33 anni, il 21 febbraio 2014, e Ramadhan, 37 anni, il 18 febbraio 2014, con l’accusa di aver attaccato la polizia con finalità terroristiche. I loro arresti hanno fatto seguito ad un attentato con utilizzo di esplosivo nel villaggio di Al-Dair che ha causato la morte di un poliziotto bahreinita. Sia Ramadhan che Moosa sono stati giudicati colpevoli e poi condannati a morte il 29 dicembre 2014, e le loro sentenze sono state confermate il 13 luglio 2020. Entrambi affermano di essere stati sottoposti a tortura durante la prigionia e di essere stati oggetto di un’intensa attenzione internazionale.

Gli eurodeputati sottolineano le preoccupazioni sollevate a Febbraio dalla comunità internazionale in previsione del processo e nei giorni successivi alla decisione di non sospendere la condanna a morte di Mohammed Ramadhan e Hussain Moosa. La lettera, inoltre, sottolinea l’emissione di una dichiarazione congiunta del Presidente della Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo, Maria Arena, e del Presidente della Delegazione del Parlamento Europeo per le Relazioni con la Penisola Araba, Hannah Neumann, riguardante il fallimento del sistema giudiziario in Bahrein nel non considerare come prova il materiale ottenuto tramite l’utilizzo della tortura.

La lettera sottolinea la crescente pressione internazionale sul Regno per fermare l’uso della tortura nel sistema giudiziario e penale, ed è completata da una lettera congiunta inviata oggi al Re da 16 gruppi internazionali e bahreiniti per i diritti umani, tra cui Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain (ADHRB), Bahraini Institute for Rights and Democracy (BIRD) e Human Rights Watch . Si spera che la combinazione di queste lettere aumenti la pressione sul Re bahreinita affinché utilizzi la sua podestà per perdonare i dodici prigionieri politici che sono a rischio imminente di esecuzione.