Le Nazioni Unite esortano il Bahrein a condurre un’indagine sui violenti attacchi nella prigione Jau e a liberare i detenuti

30 aprile 2021 – Un portavoce dell’Alto Commissariato per i Diritti umani delle Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione nella quale condanna “l’uso non necessario e sproporzionato della forza” contro dei prigionieri che avevano organizzato un sit-in pacifico nella prigione di Jau in Bahrein il 17 aprile, con l’intento di chiedere un’indagine efficace e precisa sui prigionieri che al momento è impossibile contattare, affinché possano chiamare i loro avvocati e le loro famiglie, e di chiedere il rilascio dei prigionieri “detenuti per aver espresso opinioni critiche e in disaccordo con il regime” come ha dichiarato oggi il Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD).

La dichiarazione ha riportato che la polizia anti-sommossa che è entrata in prigione per reprimere la protesta “ha lanciato granate stordenti e ha colpito sulla testa molti detenuti, ferendoli”. Il portavoce ha inoltre dichiarato che i 33 manifestanti sono stati isolati dal momento in cui le proteste sono state represse “in violazione sia della legge nazionale che internazionale”. BIRD può confermare che altri 27 prigionieri risultano spariti dopo essere stati assaliti nell’attacco. Questo significa che almeno 60 prigionieri sono al momento soggetti a sparizione forzata.

La dichiarazione ha aggiunto che il sit-in in prigione è stato tenuto per protestare contro le condizioni in forte via di peggioramento delle prigioni, in seguito alla morte di Abbas Malallah il 6 aprile, che “è morto dopo che gli è stato negato un accesso tempestivo alle cure mediche essenziali”. Le Nazioni Unite hanno inoltre avanzato preoccupazioni sulla negligenza medica nelle prigioni bahreinite che va avanti da anni, ma ha notato che “è diventato un problema cronico con la pandemia da COVID-19”.

Il 29 aprile, 10 parlamentari britannici hanno scritto una lettera urgente al Segretario degli Affari Esteri britannico Dominic Raab, evidenziando le sparizioni forzate alla prigione Jau, e accusando il governo britannico di “giocare con le vite dei detenuti” promuovendo una narrazione falsa messa in giro dal Bahrein, basata su dichiarazioni prive di veridicità provenienti da organizzazioni poco affidabili”. Le organizzazioni bahreinite incaricate di monitorare i diritti umani, supportare dal Regno Unito, la cui indipendenza d’azione è stata messa in dubbio dalla Commissione contro la Tortura delle Nazioni Unite, ha negato ogni tipo di malgestione da parte delle autorità delle prigione Jau.

Lo stesso giorno, più di una dozzina di famiglie si sono presentate all’ambasciata statunitense a Manama, e dal Residente delle Nazioni Unite Mohamed Zarkani, affinché spedisse delle lettere per “fare immediatamente in modo di verificare il benessere e lo stato di salute generale dei loro bambini e delle loro famiglie”.

I firmatari hanno espresso la loro delusione di fronte alla mancanza di azione da parte del Presidente Joe Biden sui diritti umani in Bahrein, dichiarando che, mentre l’amministrazione ha promesso che avrebbe “posto di diritti umani al centro della politica estera in Medio Oriente”, dal momento che “la portata delle repressioni in Bahrein si è solo intensificata nei mesi recenti, senza che sia stato dimostrato che la vostra ambasciata o la Casa Bianca abbiano fatto niente per ridurre gli abusi dei vostri alleati bahreiniti”.

Husain Abdulla, Direttore Esecutivo di Americans for Democracy and Human Rights (ADHRB), ha dichiarato “Con questa pressione internazionale sempre più intensa, il Bahrein sta chiaramente imponendo la sparizione forzata ai detenuti, per paura che questi dichiarino a tutti gli abusi orribili che hanno passato. Piuttosto che cercare di nascondere i suoi fallimenti, il Bahrein dovrebbe permettere ai detenuti di chiamare le loro famiglie e iniziare un’indagine sulle torture a cui questi sono stati sottoposti”.

Sayed Ahmed Alwadaei, Direttore del Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD), ha dichiarato: “La più importante organizzazione sui diritti umani ha ora esortato il Bahrein a rivelare immediatamente il destino dei detenuti assaliti, mentre i governi degli Stati Uniti e del Regno Unito sono rimasti in silenzio. I diritti umani non dovrebbero mai venire secondi alla geopolitica; questo silenzio non farà altro che rendere il Bahrein più ardito nel continuare le sue sfacciate violazioni del diritto internazionale”.