Aggiornamento Profilo in persecuzione: Hassan Mushaima

Hassan Mushaima è un importante esponente dell’opposizione bahreinita e prigioniero politico che dal 2011 sta scontando la sua condanna all’ergastolo nella prigione di Jau. Alla luce del suo ruolo nelle manifestazioni a favore della democrazia è stato accusato di aver tentato di rovesciare il governo. Durante la sua detenzione, le autorità hanno sottoposto il 74enne a maltrattamenti e negligenze mediche. Nel settembre 2021, Hassan ha rifiutato una sentenza alternativa e sta quindi ancora scontando l’ergastolo.

Da quando è stato incarcerato, Hassan ha dovuto affrontare diversi ostacoli ed ha visto i suoi diritti fondamentali, tra cui un’adeguata assistenza sanitaria, venire negati. Hassan, che è in remissione dal cancro, soffre di molte malattie croniche, tra cui l’ipertensione e il diabete, ma gli sono stati negati i farmaci e i controlli regolari per periodi prolungati, nonostante diverse valutazioni specialistiche abbiano indicato che ha bisogno di cure e controlli regolari.  Anche i farmaci per il diabete e la pressione sanguigna non vengono somministrati in maniera costante. Gli antidolorifici e gli altri farmaci, invece, non sono adeguati alle sue esigenze.

Inoltre, l’amministrazione carceraria cancella costantemente i suoi appuntamenti medici senza informarlo. Ad esempio, nel settembre 2018, le autorità hanno cancellato gli appuntamenti di Hassan con un diabetologo e un otorinolaringoiatra. Le autorità gli hanno inoltre impedito di sottoporsi regolarmente alla Tomografia a Emissione di Positroni (PET), di cui ha bisogno ogni sei mesi poiché è in remissione. Anche quando le visite vengono effettuate, i risultati vengono ritardati a lungo, sebbene richiedano solo un giorno per essere rilasciati.  Gli agenti hanno anche usato la pratica degradante di incatenare i prigionieri mentre li portavano alle cliniche mediche. Molti prigionieri, tra cui Hassan, hanno rifiutato queste pratiche e quindi gli sono state negate le cure mediche richieste. A causa dei suoi gravi problemi di salute, la sua situazione è diventata critica e la mancanza di cure gli sta causando “una morte lenta”.

Il 19 ottobre 2020, Hassan è stato ricoverato d’urgenza in ospedale per difficoltà respiratorie. I medici hanno richiesto una visita con uno specialista. Tuttavia, le autorità hanno ignorato questa richiesta e non è stato fissato nessun appuntamento. Di conseguenza, a novembre le condizioni di salute di Hassan sono ulteriormente peggiorate ed è stato trasferito dalla prigione di Jau all’ospedale della Forza di Difesa del Bahrein, dove è stato attaccato a un respiratore d’emergenza per la seconda volta da ottobre. Hassan é stato riportato in carcere dopo circa 6 ore. Anche in questo caso, i medici hanno chiesto che venisse visitato da uno specialista. Cinque giorni dopo, le autorità hanno finalmente fissato l’appuntamento richiesto. È emerso che la causa dell’ipertensione e dei problemi respiratori erano dovuti all’affaticamento del cuore. Gli sono stati prescritti dei farmaci e il medico ha richiesto un altro consulto dopo che avrà terminato il ciclo di cure di un mese.

Nel maggio 2021, dopo essere stato in quarantena per 2 mesi con il pretesto di ricevere cure, Hassan ha sviluppato nuovi sintomi dovuti al diabete, tra cui un gonfiore anomalo dei piedi con macchie nere, un grave gonfiore alla gamba, un forte dolore al ginocchio, che lo porta a zoppicare  e muoversi con difficoltà. È  stato portato in ambulanza all’ospedale BDF  per poi essere sottoposto nuovamente alla quarantena. I medici hanno sospettato un’infiammazione e gli hanno prescritto dei farmaci, affermando che le sue condizioni richiedono controlli regolari. Dopo il peggioramento delle sue condizioni di salute, né lui né la sua famiglia hanno potuto vedere la sua cartella clinica. Inoltre, il Ministero della Salute del Bahrein ha dato una falsa dichiarazione affermando che la situazione di Hassan è stabile e viene monitorata.

Due mesi dopo, nel luglio 2021, a causa della sua situazione medica, Hassan è stato trasferito al Kanoo Medical Center, dove si trova tuttora. I suoi esami hanno mostrato livelli di glicemia e di pressione sanguigna estremamente elevati. L’attivista soffre anche di danni indefiniti ai reni e allo stomaco, di una cisti sull’occhio e di un problema al muscolo cardiaco.  Tuttavia, non ha ricevuto le cure necessarie e continua a soffrire di molte complicazioni mediche. La mancanza di movimento e il cibo inadeguato, privo di verdure e di un valore nutrizionale bilanciato, hanno aggravato la sua condizione. Inoltre, è stato sottoposto a misure punitive e a una pressione psicologica degradante.

Hassan si è lamentato delle provocazioni subite nel centro medico, tra cui una lite scoppiata tra lui e la polizia nel marzo 2022. A seguito di tale litigio, Hassan è dovuto rimanere nella clinica per essere monitorato. Tuttavia, la sua permanenza prolungata è stata usata come scusa per isolarlo come punizione per aver rifiutato la condanna alternativa, piuttosto che per fornirgli le cure mediche di cui ha bisogno. Infatti gli è stato addirittura negato il diritto di contattare la sua famiglia. Hassan ha quindi chiesto di tornare nel carcere di Jau, descrivendo la sua permanenza nel centro medico come “isolamento”.

I maltrattamenti subiti e le restrizioni imposte sia nel carcere che nel centro medico di Kanoo, tra cui la confisca dei suoi effetti personali e il rifiuto di concedergli telefonate, sono chiare violazioni delle Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri, note come Regole di Nelson Mandela. Inoltre, il Bahrein ha violato il sesto comma del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), minando il diritto di Hassan alla vita attraverso la negligenza medica.

Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain esige che le  autorità bahreinite si impegnino a collaborare con le autorità delle Procedure Speciali delle Nazioni Unite in merito alle comunicazioni inviate al Bahrain sulla condizione di Hassan. Inoltre, ADHRB richiede alle autorità di rilasciare immediatamente e incondizionatamente Hassan, detenuto arbitrariamente a causa del suo attivismo pacifico, e tutti gli altri prigionieri politici. Infine, ADHRB pretende che si indaghi sulle accuse di abusi e maltrattamenti in modo che i responsabili siano consegnati alla giustizia, che si garantiscano ad Hassan cure mediche adeguate e tempestive e che possa avere contatti con la sua famiglia attraverso chiamate e visite.