L’auto rispetto della democrazia

Leggete tutto ciò che è stato detto sulla democrazia e sull’America dai presidenti Kennedy e Reagan; leggete anche tutto ciò che riguarda i sanguinosi precedenti dell’Arabia Saudita in materia di repressione della democrazia e dei diritti umani; poi, cercate di non sentirvi imbarazzati e arrabbiati alla notizia del Presidente degli Stati Uniti che si reca in Arabia Saudita per baciare l’anello del dittatore ed implorare maggiori quantità di  petrolio.

A partire dal Presidente Kennedy è emersa l’idea che la forza della leadership non si basa sugli eserciti, ma sull’esempio della civiltà. A seguito del Presidente Reagan si è sostanziata l’idea che la forza derivi dalla difesa della democrazia e dell’autodeterminazione, ovunque nel mondo. Tenete a mente questi pensieri e considerate che il mondo guarda agli Stati Uniti, e vuole continuare a farlo, per ciò che può realizzare per il progresso dell’umanità.

Laddove gli Stati Uniti si sono impegnati a fondo per promuovere la democrazia e l’autodeterminazione, hanno favorito l’insediamento di alcuni dei leader globali e delle economie più forti del mondo, nonché amici e partner più stretti. La natura di queste altre democrazie – cioè la loro forza nella comunità internazionale e il loro impegno per l’autodeterminazione – ha reso il mondo un posto migliore. Quando gli Stati Uniti si sono impegnati a favore della democrazia, dell’uguaglianza, dei diritti umani e dell’autodeterminazione, il risultato è stato un notevole progresso nella qualità e nella dignità dell’umanità.

Laddove, invece, gli Stati Uniti hanno ignorato le richieste di democrazia e autodeterminazione, come in Arabia Saudita e Bahrein, hanno permesso a uno dei governi autoritari più repressivi e a uno dei Paesi meno liberi del mondo di prosperare. Il rapporto Freedom House sulla libertà nel mondo del 2022 ha classificato l’Iran come più libero e con maggiori diritti politici rispetto all’Arabia Saudita e al Bahrein. Quando i leader statunitensi scelgono di non posizionarsi tra la forza distruttiva dell’autoritarismo ed i cittadini che chiedono democrazia, il mondo retrocede.

Il fatto che il Presidente degli Stati Uniti – dopo aver dichiarato che “i diritti umani saranno al centro della politica estera” e che l’Arabia Saudita sarà punita per l’uccisione del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi come monito per gli altri dittatori – si rechi nella regione del Golfo e incontri i dittatori dell’Arabia Saudita e del Bahrein, sminuisce drasticamente il significato della sua leadership. Il leader del mondo libero, che viaggia e si incontra con nemici della democrazia, violenti autori di abusi dei diritti umani e manipolatori delle istituzioni multilaterali della comunità internazionale per ottenere più petrolio, non dimostra certo che “l’America è tornata“.

Il viaggio del Presidente Biden finalizzato a “riparare la rottura delle relazioni” con il governo saudita e bahreinita, per i cittadini di questi due stati, per l’insegnante, il medico, lo scrittore e il bambino a scuola che manifestano pacificamente in spazi pubblici per richiedere la democrazia e che per questo vengono imprigionati e uccisi, è soltanto l’ennesimo tradimento.  Il Presidente non dovrebbe corteggiare la benevolenza di dittatori che eseguono esecuzioni di massa di attivisti pro-democrazia, come l’Arabia Saudita, o lasciano loro marcire in galera, come il Bahrein.

Non ritenere i dittatori di questi Paesi responsabili delle violenze contro gli attivisti per i diritti e poi adularli per proteggere i propri interessi e l’accesso alle risorse petrolifere è una pessima ricalibrazione di  una relazione bilaterale. Il sostegno degli Stati Uniti ai dittatori nemici della democrazia che mantengono la loro presa sul potere con metodi che quasi tutta l’umanità ha rifiutato, invia il segnale che i valori degli Stati Uniti e il loro appellativo di leader del mondo libero potrebbero non avere più il significato di una volta.

Non solo, sia l’Arabia Saudita che il Bahrein hanno lavorato attivamente per fermare l’avanzata della democrazia sul loro territorio, ed almeno uno di loro potrebbe cercare di fare lo stesso contro la stessa democrazia americana. Nonostante le relazioni pubbliche e le campagne di marketing dei due paesi forniscono una narrazione contraria, un’indagine approfondita sulla reale situazione dei diritti umani dimostrerà ad una persona ragionevole, non legata all’ortodossia della politica estera statunitense, che queste dittature, se lasciate senza controllo, sono un pericolo per la democrazia in generale.

Se la democrazia e la libertà hanno migliorato il mondo, la comunità liberale, ed in particolare il Presidente Biden, devono dimostrarsi più forti per opporsi a regimi totalitari. Questo deve avere inizio con il ripudio dei dittatori e con la protezione di coloro che vogliono entrare a far parte della comunità democratica e che lottano per ottenerla. Per il bene della nostra democrazia, per il progresso dell’umanità e per un futuro in cui la libertà di coscienza e di espressione siano riconosciute e rispettate ovunque, dobbiamo respingere i dittatori come quelli dell’Arabia Saudita e del Bahrein: incontrarli è un tradimento della democrazia e delle persone che sono morte per difenderla.