Profilo in Persecuzione: Abdulwahab Husain Ismaeel

Abdulwahab Husain Ismaeel è un cittadino bahreinita di 64 anni, originario della città di Nuwaidrat. È uno dei “Tredici del Bahrein”, un gruppo di tredici leader religiosi, leader dell’opposizione politica e difensori dei diritti umani che hanno guidato proteste non violente a favore della democrazia in Bahrein nel febbraio 2011 e che sono stati arrestati nel marzo 2011 per il loro ruolo di leader in queste proteste. Attualmente si trova nel carcere di Jau, dove sta scontando una condanna all’ergastolo per la sua opposizione politica e la sua leadership di spicco.

Gli agenti di sicurezza del Bahrein, composti da commando armati e forze militari, oltre che da individui in abiti civili, hanno arrestato arbitrariamente Abdulwahab il 17 marzo 2011. Hanno sfondato la porta d’ingresso, perquisito l’intera casa, danneggiato i mobili e aggredito i presenti.  Non avevano un mandato e non hanno motivato il suo arresto. Gli ufficiali hanno portato via Abdulwahab e lo hanno fatto sparire con la forza dal momento dell’arresto fino all’inizio del processo, tre mesi dopo.

Durante la sua scomparsa, gli ufficiali militari hanno interrogato e torturato Abdulwahab a causa delle sue attività politiche e del suo credo religioso sciita. Gli ufficiali lo hanno interrogato sia nella prigione di Al-Qalaa che nella prigione militare di Al-Qurain. Gli agenti non hanno permesso la presenza del suo legale. Gli agenti lo hanno picchiato e preso a calci, gli hanno sputato in bocca, lo hanno costretto a stare in piedi per lunghi periodi di tempo e lo hanno immerso in acqua gelida. Le autorità del Bahrein non hanno permesso ai medici di esaminarlo per verificare la presenza di prove di tortura e, a loro volta, non hanno fornito cure appropriate per un’adeguata assistenza e guarigione.

Nel 2012 è stato condannato all’ergastolo con l’accusa fittizia di aver tentato di rovesciare il governo e di aver cospirato con gruppi e forze esterne. La sentenza è stata confermata dalla corte d’appello nel settembre 2012 e dalla corte di cassazione nel gennaio 2013. Da allora si trova nel carcere di Jau ed è privato di congrue visite familiari.

Prima dell’arresto, Abdulwahab soffriva di molteplici problemi di salute e condizioni come diabete, danni ai nervi, malattia falciforme, distacco della retina, poliradiculoneuropatia (un raro disturbo autoimmune che provoca il deterioramento dei tessuti corporei), disco alla colonna vertebrale e al collo, problemi alla vista e alla pressione sanguigna, oltre ad altri problemi di salute. Durante la detenzione ha subito una massiccia perdita di peso. Le autorità carcerarie continuano a negargli l’accesso a cure mediche adeguate attraverso esami e appuntamenti con medici che conoscono il suo caso e le sue condizioni, nonostante le ripetute richieste.

La sua salute ha continuato a peggiorare ed è sempre più instabile senza cure e attenzioni adeguate. Anche una richiesta giudiziaria di cure in ospedali privati attrezzati per la specializzazione di cui ha bisogno è stata ignorata dall’amministrazione carceraria che supervisiona la sua detenzione.

Nel dicembre 2022, le autorità del carcere di Jau gli hanno imposto severe restrizioni nonostante l’età avanzata e la necessità di usare le stampelle per camminare. Gli hanno impedito di andare in ospedale senza essere incatenato come condizione per andarci. La sua famiglia non conosceva il motivo di questa decisione improvvisa, nonostante i suoi precedenti trasferimenti fossero privi di restrizioni. Inoltre, tutte le sue visite mediche presso ospedali esterni sono state cancellate, portando a un grave deterioramento della sua salute. Ad oggi, aprile 2023, continua a soffrire di negligenza medica e la sua salute è gravemente peggiorata. A causa della sua glicemia irregolare, l’amministrazione penitenziaria è obbligata a trasferirlo per sottoporlo a visite periodiche da parte di uno specialista e attualmente necessita di iniezioni di insulina. Inoltre, a causa delle restrizioni imposte, è stato privato del trattamento per il problema ai nervi di cui soffriva prima di entrare in carcere, che era solito seguire regolarmente presso l’ospedale militare. Sono stati cancellati anche gli appuntamenti con uno specialista dei reni, fissati quasi 10 mesi fa, nonostante i reni fossero compromessi a causa della glicemia irregolare. Da mesi ha smesso di ricevere cure dentistiche e non è stato trasferito a tre appuntamenti recenti, il che ha peggiorato notevolmente le sue condizioni.

ADHRB chiede al Bahrein di rispettare i suoi obblighi in materia di diritti umani annullando la sentenza contro il difensore dei diritti umani e attivista politico Abdulwahab e assicurando che ogni ulteriore procedimento giudiziario non sia di natura arbitraria e sia invece condotto in modo equo, giusto ed eticamente morale, in linea con gli standard internazionali sui diritti umani esistenti.  Inoltre, chiediamo alle autorità di indagare sulle denunce di tortura e maltrattamento e di ritenere i funzionari responsabili. Sottolineiamo inoltre il fragile stato di salute di Abdulwahab, in via di deterioramento, e chiediamo alle autorità di revocare le restrizioni imposte e di fornirgli urgentemente le cure necessarie, prima che sia troppo tardi, e di provvedere alle necessità mediche di tutti i prigionieri.